Oltre mezzo milione di studenti affrontano il colloquio orale della Maturità 2025. Se le prove scritte non spaventano, l’ansia dei giovani nasce dalla solitudine e dall’insicurezza diffuse. Colpisce il successo della traccia sul ‘rispetto’, scelta dal 40% degli studenti: un tema che richiama la necessità di relazioni, stima e dialogo. Gli stessi giovani che spesso si rifugiano nei social hanno dimostrato solidarietà concreta nelle emergenze. Il colloquio, con la richiesta di ‘collegamenti’, può diventare una preziosa occasione educativa per riscoprire l’unità del sapere e della realtà. Una scuola che promuove legami autentici è parte del cammino verso una vita più umana.

La diffusione dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana costringe a ridefinire concetti come intelligenza, decisione e creatività. Più che mai serve la filosofia, per interrogarsi non solo su cosa l’IA può fare, ma su cosa significa usarla e per chi. L’Università Cattolica propone un nuovo percorso in ‘Filosofia dell’era digitale e dell’intelligenza artificiale’, che integra saperi umanistici e tecnici per formare figure capaci di orientare l’innovazione tecnologica. Pensiero critico, responsabilità e visione etica diventano essenziali per un futuro sostenibile.

Nel giorno del Corpus Domini, il Patriarca Pierbattista Pizzaballa ha sottolineato come l’Eucaristia sia il cuore pulsante della vita cristiana. Attraverso il gesto della benedizione e della distribuzione del pane, Cristo mostra la sua compassione per l’umanità e la volontà di nutrire ogni bisogno. L’Eucaristia è anche un gesto profetico che ci impegna nella condivisione, nel perdono e nella responsabilità verso gli altri. In questo senso, il Patriarca ha evidenziato una delle criticità della Chiesa di oggi: «Uno dei problemi della nostra Chiesa oggi è proprio l’anonimità delle nostre comunità, più simili alla folla che ai gruppi di cinquanta stabiliti da Gesù nel nostro brano. Non ci si conosce, e quindi nemmeno si può condividere la vita. Il vangelo ci invita a dare un volto e un’identità chiara alle nostre comunità, che si costruiranno con la nostra familiarità con Cristo, più che con le nostre attività sociali o pastorali». Da qui l’invito a vivere la Messa non come abitudine, ma come momento di autentico incontro con il Signore, da cui scaturisce la forza per costruire relazioni nuove e vivere con fede ogni situazione.

Monica Bottai riflette sulla prima prova della Maturità 2025, sottolineando come le tracce – da Pasolini a Borsellino, da Pievani a Tomasi di Lampedusa – offrano spunti significativi per un confronto con la realtà. Tuttavia, osserva come la qualità dei temi prodotti dipenda meno dalla traccia e più dalla capacità degli studenti di mettersi in gioco. L’autrice denuncia una scuola che rischia di perdere il legame tra studio e realtà, e invita i docenti a recuperare la dimensione educativa del proprio insegnamento per accompagnare i giovani a un’espressione autentica di sé.

Il contributo mette in luce la crescente sofferenza psicologica di molti adolescenti, spesso segnalata da comportamenti di chiusura o abuso dei dispositivi digitali. Ma vietare o limitare l’uso dei cellulari non è sufficiente: serve la disponibilità ad ascoltare davvero il dolore dei ragazzi. Dietro ogni silenzio, ogni ribellione, ogni fuga nel virtuale c’è una domanda inespressa di senso, di relazione e di presenza adulta. L’autrice sottolinea che l’adulto deve offrire una compagnia capace di accogliere anche il grido più nascosto, perché solo l’ascolto profondo può generare cambiamento.

Il testo prende avvio da una lettera di Giacomo Leopardi in cui emerge la sua visione amara e disillusa dell’esistenza. L’autore utilizza questo spunto per leggere il disagio contemporaneo, dominato dalla disillusione e da un senso diffuso di vuoto. Tuttavia, propone di ripartire da ciò che resiste in noi: la domanda di senso, la tensione alla verità, il desiderio di un bene che non si riduca alla sola sopravvivenza: ‘Ma allora è proprio questo infinito desiderio di bene che ci sfida e in qualunque situazione può riaprire la partita. Perché se gli diamo credito ci costringe ad alzare la testa e a cercare. E se in questa ricerca si affacciasse all’orizzonte qualcosa di imprevisto, qualcosa che proprio non avevamo messo in conto?’

L’articolo di Riccardo Prando affronta l’omicidio di Martina Carbonaro, 14enne uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato 19enne Alessio Tucci. La madre della vittima chiede l’ergastolo per l’assassino, esprimendo un dolore profondo e domandandosi quale colpa avesse sua figlia. L’autore critica il giornalismo sensazionalista che si limita a riportare fatti crudi senza approfondire le cause profonde di tali eventi. Sottolinea l’importanza di un’educazione affettiva e relazionale adeguata, evidenziando come la mancanza di guida e attenzione da parte degli adulti possa contribuire a tragedie come questa. L’articolo invita a una riflessione collettiva sulla responsabilità educativa della società.

L’articolo prende spunto da un recente episodio di violenza in una scuola genovese, dove la madre di un alunno ha aggredito fisicamente il dirigente scolastico. In risposta a tali eventi, il governo ha introdotto leggi che inaspriscono le pene per chi commette violenze contro il personale scolastico. Tuttavia, l’autore sottolinea che tali misure repressive potrebbero non essere sufficienti a ristabilire l’autorità degli insegnanti. Propone invece l’adozione della giustizia riparativa, un approccio che coinvolge attivamente vittime, autori e comunità nella risoluzione dei conflitti, promuovendo responsabilizzazione e ricostruzione delle relazioni. Questo metodo, già applicato in ambito penale, potrebbe offrire una soluzione più efficace e umana per affrontare le tensioni nelle scuole.

Durante la celebrazione eucaristica del 29 maggio 2025 a San Valentino di Castellarano, Mons. Camisasca ha ricordato come il martirio non sia solo un fenomeno storico, ma una realtà attuale con migliaia di cristiani perseguitati ogni anno. Ha invitato a non restare insensibili e a vivere con responsabilità missionaria la fede. L’omelia si è soffermata sulla figura di santo Stefano e su quella del Beato Rolando Rivi, sottolineando come entrambe rappresentino un’unione profonda con Cristo attraverso la testimonianza, la contemplazione e il perdono. La frase “Io sono di Gesù” viene indicata come sintesi perfetta del cristianesimo e modello di appartenenza totale al Signore.

L’articolo rende omaggio ad Alasdair MacIntyre, scomparso il 21 maggio 2025, e ne ripercorre il pensiero: dalla critica al relativismo etico moderno all’invito a riscoprire virtù e vita comunitaria, al centro di opere come *After Virtue*. Secondo Sergio Belardinelli, il suo lascito stimola tanto i credenti quanto i laici a reinvestire nella responsabilità storica e nella dimensione pratica dell’etica.