Il Centro Culturale di Milano celebra il centenario della nascita di Flannery O’Connor con una rassegna dedicata alla sua opera. L’iniziativa mira a evidenziare come la ‘buona narrativa’ di O’Connor continui a svelare all’uomo il senso ultimo della vita, affrontando temi universali attraverso storie intense e personaggi complessi. La rassegna include incontri, letture e dibattiti con esperti e appassionati della scrittrice americana, offrendo un’occasione per approfondire la sua eredità letteraria e la sua capacità di affrontare il mistero dell’esistenza umana.

Maurizio Vitali analizza il Manifesto di Ventotene del 1941, scritto da Spinelli, Rossi e Colorni durante il confino fascista, come un documento di grande respiro ideale e radicalità politica. Denuncia il nazionalismo come causa dei totalitarismi e propone l’abbandono delle sovranità nazionali in favore di uno Stato federale europeo. Vitali sottolinea come il Manifesto inviti a ‘pensare in modo nuovo e agire con decisione’, affidando la trasformazione a una minoranza consapevole, al di là dei partiti tradizionali. Tuttavia, l’autore mette in discussione alcuni presupposti elitari del testo: osserva che in Spinelli manca una vera attenzione alla persona umana nella sua integralità e alla dimensione del popolo come soggetto storico. Per Vitali, ciò che oggi manca non è tanto una struttura federale, quanto una rinascita culturale e ideale che metta al centro l’uomo concreto, nella sua esperienza, fede e relazioni.

Nel suo articolo, Massimo Onofri analizza ‘La ragazza di Savannah’ di Romana Petri, una biografia romanzata che offre un ritratto intenso di Flannery O’Connor, nata il 25 marzo 1925 a Savannah e scomparsa prematuramente a 39 anni a causa del lupus. Onofri evidenzia come Petri riesca a intrecciare scrupolo storico e invenzione narrativa, restituendo la complessità della scrittrice americana. Viene sottolineata la profonda fede cattolica di O’Connor, che considerava la giustizia divina come fondamento della sua credenza. Inoltre, l’articolo mette in luce aspetti peculiari della personalità di O’Connor, come la sua passione per i pavoni e il rapporto intenso con il padre, Edward O’Connor, che nutriva grande orgoglio per l’intelligenza e l’arguzia della figlia.

In vista della pronuncia della Corte Costituzionale prevista per il 26 marzo 2025 sul tema della non punibilità di chi assiste al suicidio di una persona affetta da patologia irreversibile e da grandi sofferenze, ma capace di decisioni libere e consapevoli, diverse associazioni cattoliche di Reggio Emilia hanno lanciato un appello. Esse sottolineano che dichiarare la non punibilità senza valutare la presenza del diritto al sostegno vitale potrebbe compromettere la dignità della vita umana, riconosciuta dagli ordinamenti giuridici degli Stati di Diritto. Richiamando il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Malato del 2020, ribadiscono che la vita è inviolabile e indisponibile, e va accolta, tutelata, rispettata e servita dal suo nascere al suo morire.

In questo episodio del podcast ‘Giovani resistenti’, prodotto dalla Fondazione De Gasperi, viene raccontata la storia di Giorgio Morelli, noto come il ‘Solitario’. Attraverso testimonianze e approfondimenti storici, viene tracciato il suo percorso di giovane cattolico impegnato nella resistenza italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. L’episodio esplora il suo contributo alla lotta partigiana, il suo impegno per la libertà e il suo sacrificio, mettendo in luce la dimensione morale e politica della sua scelta.

In un’intervista pubblicata su ‘Il Timone’, il sociologo Luca Ricolfi esprime una critica al Manifesto di Ventotene, considerandolo un progetto utopico che potrebbe portare a una distopia anti-democratica. Ricolfi mette in guardia sui rischi di una centralizzazione del potere a livello europeo, che potrebbe compromettere la sovranità nazionale e la partecipazione democratica dei cittadini.

In un’intervista, il cardinale Pizzaballa descrive la Sindone come un’icona che introduce al mistero della Risurrezione, un evento che umanamente non si comprende e che nei Vangeli non è descritto, ma testimoniato attraverso l’incontro con il Risorto e i segni come il sepolcro vuoto e i teli. Egli sottolinea come la fede cristiana sia un’esperienza mistica che coinvolge i sensi, e la Sindone funge da strumento per toccare e vedere, facilitando l’incontro con Cristo. Inoltre, Pizzaballa distingue la Sindone dalle immagini effimere dei media moderni, evidenziando la sua profondità storica e il suo ruolo nel collegare i fedeli a un evento fondamentale per la fede cristiana.

In un’epoca segnata dal ritorno al riarmo, i Papi ribadiscono con forza che la pace non può nascere dalle armi. Pio XII invocava la forza della ragione; Giovanni XXIII parlava della pace come via di Dio; Paolo VI denunciava le armi come freno alla solidarietà; Giovanni Paolo II condannava la corsa agli armamenti; Benedetto XVI chiedeva un vero disarmo globale; Papa Francesco afferma che la risposta alla guerra non può essere un’altra guerra. Un messaggio coerente e attuale: solo la fraternità può spezzare la logica distruttiva della guerra.

Dopo trentuno giorni di assenza, una foto di Papa Francesco è stata diffusa, mostrandolo di spalle nella cappella del suo appartamento al Policlinico Gemelli. L’immagine, sebbene non mostri il volto del Pontefice, è ricca di dettagli: l’altare con candele accese, il Messale chiuso, fiori vicino alla mensa, la stola viola quaresimale, il tabernacolo sullo sfondo, la Via Crucis alle pareti, un quadro del Sacro Cuore e un Crocifisso in posizione di abbraccio verso il Papa. Questa scelta fotografica sembra voler comunicare più di quanto sia immediatamente visibile.

In una lettera al quotidiano la Repubblica, Davide Prosperi evidenzia l’importanza per l’Europa di rimanere fedele alla sua vocazione storica di promuovere il dialogo e l’unità tra i popoli. Sottolinea che, di fronte alle sfide attuali, l’Europa deve scegliere se contribuire a un clima di tensione o lavorare attivamente per una pace duratura, basata sulla comprensione reciproca e sulla collaborazione internazionale. Prosperi afferma: «L’Europa deve decidere se essere fedele alla sua vocazione oppure contribuire all’atmosfera conflittuale che sembra prevalere su tutto. Per queste ragioni, la prospettiva di garantire la sicurezza comune mediante un investimento ingente in armamenti, a maggior ragione se affidato ai singoli Stati, mi pare davvero inadeguata»