Ventotene, chi era costui?

Maurizio Vitali analizza il Manifesto di Ventotene del 1941, scritto da Spinelli, Rossi e Colorni durante il confino fascista, come un documento di grande respiro ideale e radicalità politica. Denuncia il nazionalismo come causa dei totalitarismi e propone l’abbandono delle sovranità nazionali in favore di uno Stato federale europeo. Vitali sottolinea come il Manifesto inviti a ‘pensare in modo nuovo e agire con decisione’, affidando la trasformazione a una minoranza consapevole, al di là dei partiti tradizionali. Tuttavia, l’autore mette in discussione alcuni presupposti elitari del testo: osserva che in Spinelli manca una vera attenzione alla persona umana nella sua integralità e alla dimensione del popolo come soggetto storico. Per Vitali, ciò che oggi manca non è tanto una struttura federale, quanto una rinascita culturale e ideale che metta al centro l’uomo concreto, nella sua esperienza, fede e relazioni.