L’antologia La paternità di monsignor Massimo Camisasca ci strappa dalla sonnacchiosa, sentimentale e vagamente sindacaloide odierna rappresentazione di colui che invece Charles Péguy chiamava l’ultimo «avventuriero» della modernità, e Cormac McCarthy colui che insieme al figlio continua a «“portare il fuoco” del reciproco amore in un mondo che sta dimenticando cosa voglia dire essere uomini».

Priscilla condivide la sua esperienza personale di vita e il suo impegno nell’educazione, sottolineando che “l’educazione non consiste solo nel trasmettere competenze e memorizzare nozioni, ma anche nell’aiutare ogni bambino a scoprire se stesso come valore infinito e, di conseguenza, a considerare tutti gli aspetti della realtà come un valore”

Don Marco affronta il tema del perdono e della possibilità di redenzione, utilizzando il racconto dell’Innominato di Manzoni come metafora per il cambiamento e la misericordia divina.

Il perdono è un atto di dono che introduce nella dimensione della gratuità e quindi rende il mondo più umano anche di fronte a episodi gravissimi. Bisogna formarsi una cultura del perdono perché il perdono non è il perdonismo, non è l’indulgenza plenaria e non è un gesto buonista. Non è qualcosa che mira a far dimenticare ciò che è accaduto, ma, anzi, implica la pienezza del ricordo.

La tragedia di Paderno Dugnano e gli interrogativi che apre: «Il problema non è tanto educare a una modalità di vita, ma a chiedersi perché, e per cosa, vivere». Il volantino di Comunione e Liberazione

Franco Nembrini e Matteo Severgnini riflettono sulla crisi educativa attuale, evidenziando la paura degli adulti e la necessità di un rapporto educativo che affermi il valore intrinseco dei giovani. Nembrini condivide un aneddoto di un ragazzo che, nonostante le difficoltà, riconosce l’importanza di essere guardato con uno sguardo di misericordia. Entrambi sottolineano l’urgenza di educare alla libertà e al valore personale, opponendosi a una cultura che tende a svalutare l’individuo.

Un ex alunno, il ruolo della scuola e la necessità di far conoscere il bene ai giovani in un contesto di crescente esposizione al male. “Che bello se la scuola diventasse il luogo del bene, del bello, di una vita che può essere bella e grande, appassionante e desiderabile! Che bello se i ragazzi potessero incontrare degli adulti da cui poter tornare, quando il male sembra vincere.”

Delitto di Paderno. Lettera aperta a Riccardo “Tu non sei il male che hai fatto”. Un’analisi profonda sul significato della redenzione, ispirata dalle esperienze a Ca’ Edimar, una casa di accoglienza per ragazzi difficili.