Anche se capita molte volte è sempre una novità. Arrivo a scuola con una certa idea, avendo preparato alcune provocazioni, e poi accade un imprevisto che non vuoi bloccare. Sono distratti, hanno in mente altro, è l’ultima ora. A un certo punto, però, nasce la questione: ‘Cosa vuol dire rispettare l’altro? Chi è l’altro per me?’. Il dialogo si fa presto intenso, quasi non si capisce più di essere all’ultima ora. La lezione si avventura nel grande campo del rapporto con gli adulti, e senza girarci troppo attorno, arrivano ad ammettere la decisione di non mettersi in gioco con i grandi perché, secondo loro, non disposti ad andare fino a giovarsi. Un loro, però, faccio notare che si è aperto, invece, rispetto all’anno precedente. La sua risposta mi ha spiazzato: ‘Ma con lei è diverso’. Io, incuriosito, domando: ‘Cosa vedi di diverso?’. E lui: ‘Lei tiene a noi’. Si crea un silenzio strano dove, per un attimo, mi è sembrato di essere il protagonista della scena.

A tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina, il mondo appare sempre più destabilizzato e attraversato da incertezze. In questo scenario, il tema della speranza, centrale nel Giubileo del 2025, viene approfondito attraverso il pensiero dell’abate Mauro Giuseppe Lepori. Egli sottolinea che la speranza cristiana non è un semplice ottimismo, ma un’attesa fiduciosa di tutto da Dio, anche in tempi difficili. La vera speranza non è legata a un futuro migliore, ma alla presenza costante di Dio nella vita presente, capace di dare senso anche alle prove più dure.

Massimo Granieri e Franco Nembrini discutono del ruolo degli adulti nell’educazione dei giovani, sottolineando l’importanza di guidarli verso l’amore per la verità e il coraggio di vivere secondo i propri desideri più profondi. Utilizzano l’immagine dipinta dall’illustratore Gabriele Dell’Otto nel 2014 come metafora della realtà odierna, evidenziando come, nonostante le difficoltà e le apparenze di una realtà pietrificata, sia possibile trovare luce e vita attraverso un’educazione autentica che incoraggia i giovani a esprimere il loro potenziale.

La storia di un sacerdote che, attraverso la celebrazione della Messa online, ha creato una comunità di circa 2.500 persone, inclusi malati gravi e loro familiari. L’iniziativa, nata per permettere agli ammalati di partecipare alla celebrazione eucaristica durante la pandemia, è diventata un punto di riferimento per molti. L’articolo mostra l’importanza della compagnia nella sofferenza e il valore del supporto spirituale e umano per chi vive situazioni di malattia e isolamento: “Noi non abbiamo pensieri sulla morte e sul fine vita. Abbiamo un unico desiderio: vivere. Spesso mi chiedono se questo è un gruppo che si aiuta a morire. Sorrido. Questa è un’amicizia che esplode di vita, senza censurare niente, senza nascondersi dietro ragionamenti. I nostri amici raggiungono la certezza che sono rapporto con il Mistero fatto carne e questo non li lascia mai da soli e come bambini nelle braccia della mamma vivono tutto e affrontano tutto”

Nell’intervista, Benedetta Giovanola sottolinea l’importanza dell’educazione nell’era dell’intelligenza artificiale (IA). Evidenzia come l’IA non sia neutrale, ma incorpori valori e scelte etiche dei suoi sviluppatori. Pertanto, è fondamentale promuovere un’educazione che sviluppi il pensiero critico e la consapevolezza etica, affinché l’IA sia al servizio del bene comune e rispetti la dignità umana.

Nel contesto del Giubileo degli Artisti e della Cultura, il 17 febbraio 2025 si è svolto in Vaticano l’incontro ‘Artisans of Hope’, organizzato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Circa quaranta delegati provenienti da università, diocesi e congregazioni religiose di vari continenti hanno partecipato alla discussione. L’evento ha messo in luce diverse iniziative culturali, tra cui la ‘notte delle chiese aperte’ in Ungheria e l’allestimento di un padiglione d’arte contemporanea. Intervista a Letizia Paoli Bardazzi: “Onorata per questo invito da parte del Dicastero”, si dice Letizia Paoli Bardazzi, presidente dell’Aic (Associazione Italiana dei Centri culturali), un ente nato dal carisma di Comunione e Liberazione. “Raccogliamo nel portale della nostra Associazione più di mille eventi in un anno”, aggiunge. “Oggi sappiamo cogliere con più precisione il malessere della società e intervenire con un giudizio cristiano più chiaro su cosa la fede offre per interpretarlo. C’è una ripresa del gusto del giudizio”, spiega.

L’articolo analizza il brano di Simone Cristicchi, dedicato alla madre Luciana, e il suo significato profondo. Il testo della canzone racconta il capovolgimento dei ruoli, con il figlio che si prende cura della madre come fosse una bambina. L’autore evidenzia come il messaggio del brano sia un atto di amore e gratitudine verso chi ha donato la vita. Inoltre, il brano è posto in contrasto con la recente decisione della Regione Toscana sul suicidio assistito, opponendosi alla cosiddetta ‘dolce morte’.

Don Claudio Burgio spiega come il genere musicale della trap possa diventare uno strumento per dare voce ai giovani emarginati, spesso segnati da esperienze difficili. La sua esperienza con la comunità Kayros dimostra che dietro a testi apparentemente aggressivi si celano storie di sofferenza e desiderio di riscatto. L’educazione e l’accompagnamento sono essenziali per aiutare questi ragazzi a trovare un percorso costruttivo, senza demonizzare il loro linguaggio espressivo.

L’articolo riflette sul significato della canzone di Simone Cristicchi ‘Quando saremo piccoli’, presentata a Sanremo. Il testo esprime un desiderio di ritorno all’umiltà e alla semplicità, contrapposto all’individualismo contemporaneo. L’autore evidenzia come il messaggio di Cristicchi si inserisca in un contesto culturale segnato dalla ricerca di senso e dalla necessità di riscoprire la bellezza della vita nei gesti quotidiani.

Secondo Alfredo Torres Blandina, i giovani non sono né peggiori né migliori delle generazioni precedenti, ma semplicemente diversi. Tuttavia, l’eccessiva protezione da parte di genitori e insegnanti impedisce loro di sviluppare fiducia in sé stessi e capacità critiche. Per superare questa ‘bolla di sfiducia’, è fondamentale stimolare la capacità critica dei giovani, invitandoli a fidarsi della propria esperienza e a stabilire connessioni tra le esperienze vissute.