No, la fede non “festeggia” la morte. Perché Cristo l’ha attraversata, e vinta
La percezione e la gestione della morte variano significativamente tra le culture e nel corso della storia occidentale. Mentre l’antropologa Sara Zambotti ha sollevato la questione della ‘paura a trattare (e festeggiare) la morte’ in Occidente, dove è stata ‘nascosta negli ospedali, nei cimiteri’, la tradizione cristiana ha sempre avuto un approccio distinto. A differenza di pratiche come il ‘Famadihana’ in Madagascar o i ‘Días de Muertos’ messicani, il cristianesimo non ‘festeggia’ la morte, riconoscendone il dolore profondo, come dimostrato da Gesù stesso che ‘ha pianto di commozione davanti al sepolcro dell’amico Lazzaro’. La fede cristiana celebra la Resurrezione di Cristo, che ‘ha attraversato la morte, portando il suo volto nei più disperati recessi degli Inferi’, offrendo speranza e vittoria sulla morte. L’articolo critica l’omologazione culturale, in particolare la commercializzazione di Halloween, e invita i cristiani a mantenere la loro ‘radicale diversità’, non cedendo all”amalgama del pensiero debole’, un monito che risuona con l’esortazione di Paolo ai Romani: ‘Non conformatevi alla mentalità di questo mondo’.
