Delpini in Bocconi: «Dobbiamo scegliere se vivere nella relazione o nella solitudine»

L’Università Bocconi ha ospitato un dibattito intitolato ‘What was (A)I made for’, incentrato sull’intelligenza artificiale e il suo impatto sulla comunità, con la partecipazione dell’Arcivescovo Mario Delpini, Marta Cartabia, Francesco Billari e Fabio Mercorio. L’incontro ha preso spunto dal caso di Adam Raine, un sedicenne isolatosi in un dialogo con ChatGPT, e dalla crescente tendenza a usare l’AI per terapia e amicizia. Fabio Mercorio ha spiegato che l’AI ‘usa il criterio della probabilità per approssimare un ragionamento’, a differenza dell’essere umano. Marta Cartabia ha evidenziato come l’AI interroghi la società sul mondo che stiamo creando, specialmente per i giovani che cercano amicizia nelle macchine. Ha sottolineato l’urgenza di ‘educarsi e istruirsi su come utilizzare in concreto l’IA, sapendo cosa possiamo chiederle e cosa no’, proponendo un approccio europeo basato su libertà e regole per mantenere la persona al centro. L’Arcivescovo Delpini ha distinto tra ‘strumento’, usato per scopi utilitaristici, e ‘mezzo’, che favorisce la dinamica relazionale, affermando che ‘la persona consapevole di sé decide se vivere nella relazione o nella solitudine’. Ha aggiunto che la spiritualità non è un analgesico, ma ‘un’apertura al mistero’ e un modo per ‘edificare una società in cui sia desiderabile abitare’. Di fronte alla responsabilità verso i giovani, Mercorio ha ricordato che dall’AI ‘ci aspettiamo la verità e arriva la verosimiglianza’. Delpini ha proposto tre parole chiave per contrastare il vuoto esistenziale: il ‘buon vicinato’, la ‘conversazione’ e l”intercessione’, intesa come prendersi cura degli altri. Oreste Pollicino e il rettore Billari hanno concluso ribadendo il ruolo dell’Università come ‘luogo di resistenza cognitiva’ e comunità fisica e relazionale, essenziale per una ricerca di senso duratura.