CARLO E LEONE XIV/ 1. A un re dell’indifferenza il papa risponde con lo sguardo di Cristo
Carlo III ha incontrato papa Leone XIV in Vaticano, un evento che rievoca lo scisma anglicano di cinquecento anni fa, originato non tanto dalla fede quanto da una crisi della mentalità religiosa e ‘lo smarrimento del senso della presenza viva di Cristo’. L’approccio di Papa Leone XIV alla politica estera si fonda sul sacro, privilegiando ‘i gesti che sulle parole, più sull’estetica che sull’etica’, puntando sull’appeal intrinseco della Chiesa. Al contrario, la politica religiosa di Re Carlo è descritta come sincretista, non ecumenica, focalizzata su ‘l’ambiente, nel creato, nell’armonia e nella fraternità universale’. Il re ambisce a ‘superare la forma storica delle singole religioni in nome di un afflato mistico’ di unità e custodia della terra. Questa differenza di intenzioni rende il gesto di Carlo ‘bello ma ambiguo, forte ma fragile’, poiché la sua identità si fonda sull’assenza di identità specifica. Leone XIV, consapevole che ‘la verità non è un dato circoscritto, ma una Presenza che si muove nella storia’, non polemizza, credendo che anche il ‘gesto più sfocato può essere messo a fuoco dalla luce di Cristo’. La narrazione si conclude con un parallelo storico, suggerendo che, come ai tempi di Enrico VIII, ‘mentre il re portava avanti il suo piano, il leone intanto edificava la Chiesa’.
