Gaza, la realtà vale più dei discorsi
In una foto che ha fatto il giro del mondo, una madre avvolge con tenera cura la testa del suo bambino scheletrico, coperto solo da plastica nera. L’immagine rivela la fame atroce e l’orrore di Gaza. Davanti a questa realtà, la reazione emotiva – tristezza, rabbia, desiderio di giustizia – è immediata e travolgente. De Haro avverte che i consiglieri intellettuali ci sollecitano a non lasciarci coinvolgere dai sentimenti, a ‘razionalizzare’. Eppure, in un istante tutto cambia dentro di noi: la connessione tra il bambino e chi guarda diventa un grido interiore che chiede azione. Guardare non è introspezione, ma richiamo etico: il blocco va rotto, gli aiuti devono arrivare, la fame va fermata. Serve rispondere: cosa diciamo quando sappiamo tutto questo? Cosa fa questo in noi?
