SCUOLA/ “Lo sciopero per Gaza? No, starò in classe con gli studenti per educarci a capire”

In occasione dello sciopero generale indetto dalla Cgil per Gaza, l’autrice spiega di aver scelto di non andare in piazza ma di rimanere a scuola con i suoi studenti. Non per fare lezione tradizionale, ma per dedicare la giornata ad ascoltare ciò che i ragazzi sanno e pensano sul conflitto, discutere parole chiave e tentare un giudizio comune. Bottai sottolinea che la scuola troppo spesso lascia i giovani soli di fronte alla realtà e che è urgente educare alla consapevolezza, al metodo critico, a non cadere in slogan e ideologie. La sua protesta, quindi, diventa educativa: combattere l’ignoranza, l’immoralità e la superficialità. Restare in classe assume un valore simbolico, per testimoniare che la scuola è ancora luogo di costruzione del futuro, capace di offrire speranza e senso di bene possibile anche in un contesto segnato dalla guerra.