Noi artigiani di speranza, in cerca di ‘qualcosa d’altro’

Qual è il ruolo ed il valore dei centri culturali cattolici in Italia e nel mondo? Se lo chiede Letizia Bardazzi che è presidente dell’Associazione Italiana Centri Culturali (Aic), nata oltre quarant’anni fa su impulso di don Luigi Giussani. Definisce questi centri come ‘artigiani della speranza’ perché capaci di produrre cultura come espressione di una fede che investe ogni ambito della vita. Attualmente ne esistono 185, in grandi città e piccoli paesi, animati dalla gratuità e dal desiderio di comunicare la novità dell’incontro con Cristo. L’articolo richiama le parole del cardinale José Tolentino de Mendonça («Perché la Chiesa ha bisogno di centri culturali?») e di Davide Prosperi, presidente di Comunione e Liberazione, che ribadisce la centralità del giudizio come testimonianza di fede viva. Papa Leone XIV ha ricordato che la salvezza di Cristo abbraccia tutte le dimensioni dell’esistenza, dalla cultura alla politica. Tra le iniziative recenti spiccano la mostra sui Giubilei proposta al Meeting di Rimini 2024, la valorizzazione del Concilio di Nicea e il Centenario Francescano. I centri affrontano temi attuali come pace, conflitti, intelligenza artificiale, denatalità, disagio giovanile, futuro dell’Europa, fino a letteratura, arte e musica. In definitiva, ogni centro culturale è un laboratorio di speranza, testimonianza di uno sguardo generato dalla fede che rende la cultura un bene accessibile a tutti.