LETTERA DAL CARCERE/ Alemanno: serve la legge della buona condotta, non chiediamo impunità ma giustizia

Gianni Alemanno, detenuto a Rebibbia, racconta la vicenda di un compagno di detenzione che ha salvato un detenuto dal suicidio, denunciando poi le gravi carenze strutturali e sanitarie del carcere. Descrive il sovraffollamento, l’inadeguatezza delle strutture, e la mancanza di personale nei tribunali di sorveglianza. Cita il caso di detenuti anziani come Mario, rimasto in carcere sei giorni oltre l’assegnazione ai domiciliari. Racconta la natura comunitaria della vita in cella e lo spirito di solidarietà che spesso nasce tra detenuti. Critica duramente l’immobilismo istituzionale, chiedendo una “legge della buona condotta”, ovvero un provvedimento che preveda una liberazione anticipata speciale per chi mantiene un comportamento irreprensibile. Conclude affermando che non si chiede impunità, ma giustizia e umanità.